Palazzo Cusani (Milano): differenze tra le versioni

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== Storia e descrizione==
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[[File:2014 02 13 14 13 13 Milano ITALY Palazzo Cusani balcone balcon photo Paolo Villa FOTO3970.JPG|thumb|left|Particolare del balcone sovrastante l'ingresso principale]]
[[File:2014 02 13 14 13 13 Milano ITALY Palazzo Cusani balcone balcon photo Paolo Villa FOTO3970.JPG|thumb|left|Particolare del balcone sovrastante l'ingresso principale]]
La [[Cusani (famiglia)|famiglia Cusani]] aveva acquisito nel corso del [[XVII secolo]] una proprietà presso la [[Chiesa di Sant'Eusebio (Milano)|Chiesa di Sant'Eusebio]], oggi scomparsa: lì [[Agostino Cusani (1592-1640)|Agostino Cusani]] ([[1592]]-[[1640]]), feudatario e poi marchese di [[Chignolo Po]] avrebbe fatto erigere un palazzo nel corso dei primi decenni del [[XVII secolo]]. Successivamente il palazzo venne rimaneggiato una prima volta ([[1694]]-[[1719]]) per volere di [[Gerolamo Cusani]], che commissionò a [[Giovanni Ruggeri (architetto)|Giovanni Ruggeri]] la nuova facciata esterna; un secondo rimaneggiamento ([[1775]]-[[1779]]) venne invece affidato al [[Giuseppe Piermarini|Piermarini]] da [[Ferdinando Cusani]] ([[1737]]-[[1815]]) e interessò la facciata interna, che venne realizzata in [[Neoclassicismo a Milano|forme neoclassiche]]. Il palazzo venne venduto nel [[1808]] da suo figlio [[Luigi Cusani|Luigi]] ([[1769]]-[[1836]]), rovinato dai debiti di gioco, al demanio del [[Regno d'Italia (1805-1814)|Regno d'Italia]], che vi insediò il Ministero della Guerra. Insieme a questa proprietà vennero vendute anche quelle adiacenti.<ref>Già registrate secondo la numerazione teresiana 1568, 1561, 1643, 1642.</ref>
La [[Cusani (famiglia)|famiglia Cusani]] aveva acquisito nel corso del [[XVII secolo]] una proprietà presso la [[Chiesa di Sant'Eusebio (Milano)|Chiesa di Sant'Eusebio]], oggi scomparsa: lì [[Agostino Cusani (1592-1640)|Agostino Cusani]] ([[1592]]-[[1640]]), feudatario e poi marchese di [[Chignolo Po]] avrebbe fatto erigere un palazzo nel corso dei primi decenni del [[XVII secolo]]. Successivamente il palazzo venne rimaneggiato una prima volta ([[1694]]-[[1719]]) per volere di [[Gerolamo Cusani]], che commissionò a [[Giovanni Ruggeri (architetto)|Giovanni Ruggeri]] la nuova facciata esterna; un secondo rimaneggiamento ([[1775]]-[[1779]]) venne invece affidato al [[Giuseppe Piermarini|Piermarini]] da [[Ferdinando Cusani]] ([[1737]]-[[1815]]) e interessò la facciata interna, che venne realizzata in [[Neoclassicismo a Milano|forme neoclassiche]]. Il palazzo venne venduto nel [[1808]] da suo figlio Luigi (1769-1836), rovinato dai debiti di gioco, al demanio del [[Regno d'Italia (1805-1814)|Regno d'Italia]], che vi insediò il Ministero della Guerra. Insieme a questa proprietà vennero vendute anche quelle adiacenti.<ref>Già registrate secondo la numerazione teresiana 1568, 1561, 1643, 1642.</ref>


Malgrado i molteplici interventi di adattamento protrattisi sia sotto il periodo austriaco che nei primi decenni del [[Novecento]] (culminati con la realizzazione di una nuova ala affacciata sulla ''via del Carmine'' nel [[1935]]) e i successivi bombardamenti a cui fu sottoposto l'edificio, gli interni conservano ancora oggi integre al piano nobile la maggior parte delle decorazioni settecentesche presenti in origine, riscontrabili nell'atto di vendita del palazzo ([[1808]]).<ref>Nell'atto di vendita del palazzo stipulato da [[Luigi Cusani]] venivano infatti elencate sale con volte affrescate, stucchi bianchi e oro e camini in marmo.</ref> Andarono quasi totalmente perduti invece gli arredi originali e gran parte del giardino, notoriamente luogo di feste e balli particolarmente cari a [[Ferdinando Cusani]].
Malgrado i molteplici interventi di adattamento protrattisi sia sotto il periodo austriaco che nei primi decenni del [[Novecento]] (culminati con la realizzazione di una nuova ala affacciata sulla ''via del Carmine'' nel 1935) e i successivi bombardamenti a cui fu sottoposto l'edificio, gli interni conservano ancora oggi integre al piano nobile la maggior parte delle decorazioni settecentesche presenti in origine, riscontrabili nell'atto di vendita del palazzo ([[1808]]).<ref>Nell'atto di vendita del palazzo stipulato da Luigi Cusani venivano infatti elencate sale con volte affrescate, stucchi bianchi e oro e camini in marmo.</ref> Andarono quasi totalmente perduti invece gli arredi originali e gran parte del giardino, notoriamente luogo di feste e balli particolarmente cari a [[Ferdinando Cusani]].


Sede del Comando del III Corpo d'Armata fino al [[2004]], è attualmente sede di rappresentanza della [[NATO]] a [[Milano]]. Dal 2012 è inoltre sede del Comando Militare Esercito Lombardia.
Sede del Comando del III Corpo d'Armata fino al [[2004]], è attualmente sede di rappresentanza della [[NATO]] a [[Milano]]. Dal 2012 è inoltre sede del Comando Militare Esercito Lombardia.

Versione delle 12:26, 25 gen 2024

Palazzo Cusani
La facciata
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
LocalitàMilano
Indirizzovia Brera, 13-15
Coordinate45°28′15.61″N 9°11′14.29″E / 45.471003°N 9.187303°E45.471003; 9.187303
Informazioni generali
CondizioniIn uso
CostruzioneXVII secolo
1712-1719 (facciata est.)
1775-1779 (facciata int.)
StileBarocco
UsoComando Militare Esercito Lombardia
Realizzazione
ArchitettoScuola del Richini[1]
Giovanni Ruggeri (facciata est.)
G. Piermarini (facciata int.)
AppaltatoreAgostino I Cusani
Agostino III Cusani (facciata est.)
Ferdinando Cusani (facciata int.)
ProprietarioMinistero della Difesa

Palazzo Cusani è un palazzo seicentesco di Milano, rimaneggiato una prima volta fra il 1712 ed il 1719 ed una seconda fra il 1775 ed il 1779. Storicamente appartenuto al sestiere di Porta Nuova, si trova in via Brera 13-15.

Storia e descrizione

Particolare del balcone sovrastante l'ingresso principale

La famiglia Cusani aveva acquisito nel corso del XVII secolo una proprietà presso la Chiesa di Sant'Eusebio, oggi scomparsa: lì Agostino Cusani (1592-1640), feudatario e poi marchese di Chignolo Po avrebbe fatto erigere un palazzo nel corso dei primi decenni del XVII secolo. Successivamente il palazzo venne rimaneggiato una prima volta (1694-1719) per volere di Gerolamo Cusani, che commissionò a Giovanni Ruggeri la nuova facciata esterna; un secondo rimaneggiamento (1775-1779) venne invece affidato al Piermarini da Ferdinando Cusani (1737-1815) e interessò la facciata interna, che venne realizzata in forme neoclassiche. Il palazzo venne venduto nel 1808 da suo figlio Luigi (1769-1836), rovinato dai debiti di gioco, al demanio del Regno d'Italia, che vi insediò il Ministero della Guerra. Insieme a questa proprietà vennero vendute anche quelle adiacenti.[2]

Malgrado i molteplici interventi di adattamento protrattisi sia sotto il periodo austriaco che nei primi decenni del Novecento (culminati con la realizzazione di una nuova ala affacciata sulla via del Carmine nel 1935) e i successivi bombardamenti a cui fu sottoposto l'edificio, gli interni conservano ancora oggi integre al piano nobile la maggior parte delle decorazioni settecentesche presenti in origine, riscontrabili nell'atto di vendita del palazzo (1808).[3] Andarono quasi totalmente perduti invece gli arredi originali e gran parte del giardino, notoriamente luogo di feste e balli particolarmente cari a Ferdinando Cusani.

Sede del Comando del III Corpo d'Armata fino al 2004, è attualmente sede di rappresentanza della NATO a Milano. Dal 2012 è inoltre sede del Comando Militare Esercito Lombardia.

Dal punto di vista architettonico bisogna osservare la particolarità delle forme per così dire esuberanti della facciata esterna, un'anomalia se confrontata con gli edifici milanesi del tempo, che tradisce l'influenza romana dell'architetto Giovanni Ruggeri. Non a caso infatti la facciata ricorda il tardo-barocco romano, in cui risaltano le finestre dalle cornici mistilinee e i balconi rigonfi. Sulla facciata sono inoltre presenti due portali gemelli, che si dice voluti da due fratelli della famiglia per il reciproco desiderio di non incontrarsi.

Una particolarità del palazzo è che nella facciata posteriore del palazzo sono incastonate tre palle di cannone scagliate dalle artiglierie di Radetzky durante le Cinque giornate di Milano.

Nel maggio del 2021 ha ospitato la mostra d'arte contemporanea Tramestio, curata e organizzata dai giovani curatori Michael Camisa (1996) e Sophia Radici (1993) che hanno presentato sulla scena milanese tre artisti contemporanei under 30.

Note

  1. ^ È probabilmente impossibile risalire al reale autore del progetto di Palazzo Cusani, tuttavia sono molti i dettagli che riconducono questa realizzazione alla Scuola del Richini, non per ultimo il grande scalone interno d'onore.
  2. ^ Già registrate secondo la numerazione teresiana 1568, 1561, 1643, 1642.
  3. ^ Nell'atto di vendita del palazzo stipulato da Luigi Cusani venivano infatti elencate sale con volte affrescate, stucchi bianchi e oro e camini in marmo.

Bibliografia

  • Giacomo Carlo Bascapé, I palazzi della vecchia Milano, Hoepli, Milano, 1945 - pp. 215–217
  • Paolo Mezzanotte, Giacomo Carlo Bascapé, Milano, nell'arte e nella storia, Bestetti, Milano, 1968 (1948) - p. 419
  • Attilia Lanza, Milano e i suoi palazzi: Porta Vercellina, Comasina e Nuova, Libreria Meravigli Editrice, Vimercate, 1993 - p. 124
  • Livia Negri, I palazzi di Milano, Newton & Compton, Milano, 1998 - pp. 110–115
  • Leonida Villani, Gino Bramieri, Una Milano mai vista, Edizioni CELIP, Milano 1985 - p. 120
  • Giuseppe Stolfi, Aggiunte su Palazzo Cusani a Milano (e su Giovanni Ruggeri), in "Libri e documenti", 25, 1999/1-3, pp. 29–36
  • Marica Forni, Committenza e cantiere. Note d'archivio per palazzo Cusani a Milano, in "Arte lombarda", 160, 2010/3, pp. 20–34

Voci correlate

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Collegamenti esterni

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